La necessità o meno dell’interposizione di una barriera al vapore a protezione del massetto nella prospettiva della realizzazione di una pavimentazione resiliente (vinilica, in linoleum o in gomma) è un tema che ricorrentemente ci viene sottoposto dai nostri clienti.
Cogliamo quindi l’occasione della recente pubblicazione, in aggiornamento di analoga del 2015, della norma UNI 11515-1:2020 “Rivestimenti resilienti e laminati per pavimentazioni – Istruzioni per la progettazione, la posa e la manutenzione” per sottolineare quanto previsto dalla normativa in materia.
Come noto, il massetto per essere ritenuto idoneo per la posa di pavimenti resilienti deve possedere determinate caratteristiche in tema di:
- Stagionatura
- Assenza di fessurazioni
- Umidità residua
- Spessore
- Quota e planarità
- Compattezza e durezza superficiale
- Resistenze meccaniche
- Pulizia
In particolare, per quanto riguarda il contenuto di umidità residua, questa deve risultare, in tutto lo spessore, al massimo pari al 2% in caso di massetti a base cementizia (1,7% per massetti con riscaldamento/raffrescamento), ovvero al massimo pari allo 0,5% nel caso di massetti a base di solfato di calcio (anidrite) (0,2% per massetti con riscaldamento/raffrescamento).
Video rappresentativo dei danni derivanti dalla mancanza di barriera al vapore
Il massetto deve essere adeguatamente protetto da eventuali ulteriori apporti di umidità, siano essi provenienti dall’ambiente o dagli strati sottostanti, se non altro affinché le prove di verifica del grado di umidità dei sottofondi, adeguatamente effettuate con igrometro a carburo, evidenzino effettivamente le condizioni di equilibrio del massetto.
Già in passato si sono registrati casi di danni su pavimentazioni resilienti dovuti all’umidità, sotto forma di distacchi, formazione di bolle e saponificazione delle colle, nonostante il fatto che i massetti, prima della posa dei pavimenti, avessero evidenziato valori di umidità compatibili con la posa delle pavimentazioni. Approfondite analisi sperimentali condotte a seguito di quelle occasioni hanno evidenziato come tale “riumidificazione” dei supporti fosse determinata dal flusso di umidità dovuto all’essicazione dei solai di calcestruzzo di recente costruzione (tenuto conto che anche in condizioni favorevoli il processo di essicazione di solai di calcestruzzo dura diversi anni).
Appare quindi di particolare importanza la prescrizione, ribadita anche dalla norma UNI 11515-1, di interporre un idoneo strato separatore orizzontale che costituisca un’efficace e duratura barriera alla risalita per capillarità di umidità da qualsiasi strato sottostante al massetto stesso (terrapieno, sottofondi fortemente igroscopici quali per esempio strati di compensazione e/o alleggerimento con inerti porosi o di calcestruzzo cellulare, ma anche, come abbiamo visto, solai di calcestruzzo di recente costruzione, strati di isolamento termico e/o acustico senza barriera al vapore integrata).
Tale barriera al vapore di materiale plastico (ad esempio il polietilene), di spessore adeguato, deve possedere determinate caratteristiche in ordine all’indice di resistenza al passaggio del vapore ed in ordine allo spessore d’aria equivalente. Inoltre questa barriera dovrà essere posta in opera avendo cura di operare adeguati sormonti tra i fogli adiacenti opportunamente fissati con nastro adesivo.
Ci sembra infine utile sottolineare come anche nel caso di massetti con riscaldamento o raffrescamento lo strato separatore con funzione di barriera al vapore debba essere posizionato al di sotto dello strato di isolamento termico dell’impianto o dei pannelli che alloggiano le serpentine, avendo ben presente che, a meno di specifica dichiarazione in tal senso del produttore dell’impianto, i pannelli che costituiscono lo strato di isolamento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento (solitamente in EPS – polistirene espanso sintetizzato) non rappresentano una barriera al vapore, essendo l’EPS un materiale parzialmente permeabile al vapore acqueo ed avendo lo strato di protezione posto a rivestimento dei pannelli principalmente la funzione di irrobustimento e di protezione dei pannelli stessi dalle sollecitazioni in cantiere.