Lo scorso 7 Aprile è stato inaugurato, alla presenza delle massime autorità cittadine e regionali, il nuovo Centro Congressi della Fiera di Padova, il cui nome è “Padova Congress, innovation in progress”, gioiello architettonico progettato dall’architetto giapponese Kengo Kuma e struttura dedicata ad eventi più grande del Veneto.
Grazie a questa nuova struttura la nostra città, Padova, città di arte e di scienza, si candida così a diventare una delle capitali italiane della congressistica.
Il nuovo Centro Congressi è stato concepito come un contenitore polifunzionale e flessibile, dotato delle più avanzate tecnologie: all’interno dell’imponente corpo (la struttura è lunga 130 metri, alta 23 e larga 45), su 12mila metri quadri lordi complessivi, trovano infatti spazio diverse sale modulari: la più grande Sala Giotto da 1.566 posti, in cui il grande schermo ledwall da 140 mq (la più avanzata stazione multimediale d’Europa) è destinato a suscitare l’ammirazione dei congressisti, e la più “piccola”, ma non meno mirabile, Sala Mantegna con i suoi 988 posti. A queste si aggiungono sei sale polifunzionali con capienza variabile da 16 a 160 posti, per una capacità complessiva di 3.334 persone.
Ci ha fatto particolare piacere ascoltare nel corso dell’intervento del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia all’evento di Opening della struttura il suo ringraziamento a tutte le imprese e tutti i lavoratori che hanno dato e danno il loro contributo per far crescere ogni giorno Padova e il Veneto, anche in questo progetto unanimemente giudicato come ambizioso e visionario.
Ci ha fatto piacere perché Moquette de Venise ha realizzato all’interno di questa struttura, in affidamento dal Consorzio Pedron di Villa del Conte (PD), la fornitura e la posa in opera dei rivestimenti tessili in moquette delle superfici piane, delle gradonate e dei gradini di camminamento delle Sale Giotto e Mantegna, nonché la realizzazione dei rivestimenti murali tessili e delle pavimentazioni sopraelevate nelle medesime sale, la posa in opera delle zoccolature viniliche e di altri elementi di finitura.
Si è trattato di un impegno stimolante sotto diversi punti di vista, affrontato con la cura ed attenzione a cui il progetto obbligava, in particolare dalle maestranze del servizio di posa.
Le moquette, in teli ed in quadrotte autogiacenti, ed i rivestimenti tessili posti in opera (anche fino ad un’altezza di 16 mt dal piano di calpestio) hanno riempito del blu “di Giotto” l’omonima sala, mentre in Sala Mantegna il contrasto tra il rivestimento nel tono del beige e la moquette in teli di colore nero contribuisce senz’altro all’impostazione architettonica della Sala, nella quale il noto progettista pensiamo abbia voluto sapientemente richiamare gli effetti illusionistici delle prospettive, così importanti nella pittura del Mantegna, catturando il congressista per portarlo fin sul palco.
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